Dal2 luglio fino al 1 ottobre 2017 ilPalazzo del Comune di Spoletoospita la mostra "DOMENICO GNOLI. DISEGNI PER IL TEATRO 1951-1955": un percorso attraverso settanta lavori realizzati per il teatro, dal 1951 al 1955, a cura di Michele Drascek e Duccio K. Marignoli.
In occasione della sessantesima edizione del Festival dei Due Mondi, Spoleto rende omaggio ad uno dei più rilevanti artisti italiani del Novecento con la mostra Domenico Gnoli. Disegni per il Teatro 1951-1955.
L’esposizione spoletina, organizzata dalla Fondazione Marignoli di Montecorona in collaborazione con l’Archivio Domenico Gnoli, non propone la produzione più nota dell’artista romano, ma presenta e indaga il periodo antecedente alla fase in cui Gnoli si dedicherà esclusivamente alla pittura e al disegno: intende far conoscere al pubblico l’attività dell’artista nell’ambito della scenografia teatrale.
Gnoli e il teatro
Sono circa settantasei gli schizzi presenti nella mostra di Spoleto, tutti provenienti dall’Archivio Domenico Gnoli di Roma: un percorso attraverso disegni di costumi e di scenografie realizzati dal 1951 al 1955, gli anni in cui l’artista si dedicò al lavoro teatrale nelle maggiori capitali del teatro europeo, Roma, Parigi e Londra.
Le opere in mostra includono i disegni per i manifesti della versione teatrale di Chéri di Colette prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani e andata in scena al Teatro Eliseo a Roma (1951); i disegni per l’opera di Carlo Gozzi Re Cervo (1953); le scenografie e costumi per La Belle au Bois di Jules Supervielle richieste all’artista da Jean-Louis Barrault (1954); i disegni di scene e costumi di As You Like It di William Shakespeare diretto da Robert Helpmann all’Old Vic Theatre di Londra (1955); e gli schizzi per una scenografia del balcone di Romeo e Giulietta (1955).
L’immaginario di Gnoli
Ciò che colpisce è la differenza fra la prima produzione “teatrale” dell’artista e quella successiva, quando deciderà di dedicarsi esclusivamente alla pittura, con qualche variazione sculturale, trasferendosi a New York, la città che gli darà fama internazionale e dove morirà a soli trentasette anni. Gnoli ha avuto la singolare capacità di sviluppare visioni tanto individuali da renderlo riconoscibile e del tutto personale rispetto al resto della produzione artistica fra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso.
Nelle scenografie e nei costumi non si concentra ancora sul dettaglio esasperato di oggetti della quotidianità, ma mostra un potente immaginario creativo nel realizzare i luoghi dove le azioni si svolgono e i personaggi delle storie rappresentate, notevoli abilità di disegnatore e una strardinaria capacità e sensibilità negli accostamenti cromatici - come evidenziano di disegni per La Belle au bois con, fra gli altri, il bosco immaginario colmo di gabbie di uccelli, fiori, frutta e strumenti musicali.
L’uomo e l’artista
Nato a Roma, figlio dello storico dell’arte Umberto Gnoli e della ceramista Annie de Garrou, entra nel mondo creativo giovanissimo: avviato sin dall'infanzia al disegno, si dedica poi da autodidatta alla pittura. Con una solida preparazione classica dovuta all’educazione paterna e con precoce e sapiente “mestiere” cerca temi insoliti e ricercati.
Domenico Gnoli ripeteva spesso:
Sono cresciuto in un ambiente impregnato di arte, non avrei potuto fare nient’altro.
La sua opera è attraversata dalla magia senza tempo dei suoi oggetti-simbolo collocati in dimensioni interiori, quasi totem surreali sospesi in una realtà metafisica dove anche le cose hanno un’anima.